No api = no cibo!
Io non capisco: non ho figli ma penso al futuro del
pianeta. Persone con figli e magari anche nipoti, se ne fregano del pianeta.
Non ce ne frega nulla dell’estinzione delle varie specie
animale, neppure se si tratta di quella delle api!
Forse mi sono persa qualche novità e non sapevo che
avessimo già un altro pianeta pronto all’uso?
Oppure è già pronta la tecnologia salva-pianeta su cui si
basa il film “Downsizing”?
Boh, spiegatemelo voi, perché oggi la gente conosce l’ultimo
flirt di Cecilia Rodriguez, l’ultima collezione di Armani, ma nessuno sa come
si fa a sopravvivere grazie al pianeta.
Ormai ci sentiamo talmente invincibili, sopra ogni altra
forma di vita che nemmeno ci rendiamo conto di cosa stiamo facendo e a che risultati
sta portando tutto questo.

Perché mai? Perché le api sono così importanti?
Forse perché l’impollinazione è almeno in parte responsabile
di circa il 75% della produzione
agricola necessaria per l'alimentazione, con un incremento del volume di
produzione del 300% negli ultimi 50 anni?
Di fronte a questo, c’è anche chi mi ha risposto che sono
i vegani a distruggere l’ambiente, quando basterebbe mangiare più carne.
Peccato che la carne è un erbivoro macellato, di grandi
dimensioni e che per vivere si è nutrito per tutto il tempo di grosse quantità
di vegetali e acqua, con un impatto ambientale devastante.
Ma questo non si insegna a scuola!
No, mica si vuole rischiare di tirare su una generazione
di ragazzi consapevoli, vegani, in salute (la carne nuove alla salute e fa
guadagnare miliardi alle case farmaceutiche)!
Il punto è che nel 1980 per mantenere il nostro livello
di benessere e di consumo, siamo arrivati ad usare le risorse dell’intero
pianeta, iniziando quindi a ridurre le possibilità per un futuro prospero.
Oggi, dopo quasi 30 anni, per permettere a tutti noi di
mangiare, avere energia elettrica (che ci piace tanto usare a gogo) e
soddisfare ogni sorta di capriccio con acquisti convulsivi di ogni tipo, stiamo
usando le risorse di un pianeta e mezzo, nonostante questo ci porterà a breve a
una rottura finale, seguita da carestie, povertà, black out elettrici e miseria
a livelli catastrofici.
Di questo passo, nel 2030 si arriverà ad aver bisogno di
un secondo pianeta tra la produzione di cibo e di energia.
Eppure nessuno lo sa…
Nessuno fa niente…
Nessuno intende raddrizzare il tipo.
Perché?
Perché oggi ciò che ci governa è il denaro, quindi
servono persone disposte a comprare in continuazione oggetti di dubbia utilità,
servono persone disposte a nutrirsi male e a respirare aria inquinata fino ad
ammalarsi per tenere in piedi la Big Pharma. E via dicendo.
La situazione è critica e questa volta il cambiamento
climatico non è naturale ma creato dall’uomo, quindi non si può sapere a cosa
porterà e a che velocità.
Già si parla di mari senza pesci nei prossimi 7 anni, a
livelli di inquinamento tale da dover andare in giro con una mascherina sul
viso (altro che make up!), al riscaldamento globale che porterà all'innalzamento dei mari e della temperatura, portando a siccità lunghe per anni, come a
Somaliland, dove non piove da 4 anni e la gente muore di sete e fame.
Cosa porterà tutto questo?
A grandissime migrazioni alla ricerca di acqua e di cibo,
proprio mentre queste continueranno a calare.
E dopo?
La guerra. L’unico metodo che l’uomo conosce per accaparrarsi
le ultime briciole e disfarsi di quelli che vengono identificati come nemici
invasori.
È davvero questo che vogliamo?
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