Adderall, la droga della competitività

Avete presente il film "Limitless", in cui protagonista assume una pillola e improvvisamente diventa inesauribile e geniale?
Beh, ecco che quello che credevamo solo un film fantascientifico, in realtà è una realtà vera e propria già da anni, a tal punto da risultare consolidata nel paesi come gli Stati Uniti d'America.
Lì, il boom degli psicofarmaci è incredibile e colpisce non solo gli adulti ma anche i bambini, già dagli anni Ottanta.
Hanno cominciato con cure per deficit dell'attenzione, lentezza di apprendimento, iperattività... tutti disturbi che invece di curare con un rallentamento dei ritmi, degli stimoli e qualche seduta di meditazione che dà ottimi risultati in questi casi, si è preferito incentivare la Big Pharma, ovvero l'uso smodato di Xanax, Prozac e Adderall, oltre che di molti prodotti equiparabili alle anfetamine che però oggi sono usciti dal mercato (ma non tutti e l'Adderall è tra questi).
Si è passati così dal drogarsi per evasione a un drogarsi per vivere, per lavorare, per studiare, per mantenere il ritmo sfrenato che la società di oggi ci obbliga a tenere.
Negli USA, la meritocrazia è ai massimi livelli.
Una qualità che manca in Italia, il paese dei raccomandati e degli scrocconi.

Insomma, un concentrato di perfezione impossibile da raggiungere e che crea frustrazioni sempre più insopportabili e difficili da gestire da parte di impiegati, figli, studenti, genitori, dirigenti...
Ed è così che ormai è approvato e anche invogliato dagli stessi datori di lavoro e genitori, l'uso costante di sostanze come l'Adderall, capace di far lavorare 16 ore al giorno una persona, senza il riposo settimanale, capace di alzare la media dei voti, dedicarsi anche allo sport e infine dedicare tempo ai social, facendosi sempre vedere in tiro.
Stiamo creando una società non più umana, ma fuori dal normale.

Il punto è: come siamo arrivati fin qua?
Come abbiamo fatto dimenticare a godere della vita, preferendo la produttività e la competitività?
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