Facebook, un attacco ai diritti umani
Facebook si sta rivelando un pericoloso cavallo di Troia e noi dobbiamo fermarlo!
Quanti di noi usano Facebook?
E quanti di noi sanno che fine fanno i nostri dati e come vengono elaborate tutte le informazioni che diamo tramite i nostri post, Like e condivisioni?
Ci hanno dato uno strumento divertente per condividere e fare amicizie, socializzare, giocare e informarsi, ma in realtà abbiamo dato il nostro consenso per farci spiare, per plasmare e corrompere la massa, per creare individualismo, invidie, comportamenti antisociali...
È ufficiale: Facebook e i social network sono totalmente fuori controllo.
Solo su Facebook ci sono 270 MILIONI di profili falsi. I dati personali
di 87 milioni di persone sono stati rubati per aiutare Trump a vincere.
E le operazioni di disinformazione russe hanno creato MILIARDI di
condivisioni. Mercoledì il capo di Facebook Mark Zuckerberg testimonierà
al Congresso degli Stati Uniti e può cambiare la storia: è il nostro
momento per obbligare i governi e i giganti di internet a sistemare
questo caos. Firma questa lettera aperta con un solo click e Avaaz organizzerà un'enorme azione per consegnarla al Congresso.
Non stiamo esagerando. Tutto quello che amiamo è in pericolo, dai diritti umani alla democrazia all'ambiente.
Il problema è mondiale: immaginate che le Nazioni Unite accusano
Facebook persino di aver avuto un ruolo cruciale nel genocidio dei
Rohingya! Ma la Russia l'ha portato a un altro livello, ne ha fatto
un'arma vera e propria. Hanno creato milioni di utenti, pagine e siti
fasulli, organizzazioni che si spacciano per qualsiasi cosa, da
neonazisti a gruppi di sinistra o pro-islam a cartomanti psichici --
tutto pianificato per promuovere l'estrema destra, infiltrare i movimenti di sinistra, e indebolire la democrazia. Questi contenuti sono stati condivisi miliardi di volte, hanno raggiunto praticamente ognuno di noi.
Facebook dice che stanno reagendo, ma in realtà si trascinano da mesi e
non sono trasparenti su quello che stanno facendo. La loro risposta è
"fidatevi di noi". Ma non possiamo più permettercelo, per questo
mercoledì dobbiamo assicurarci che le cose si mettano in moto. Facciamo
sì che Zuckerberg e il Congresso USA rispondano al nostro appello con un
impegno pubblico.
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